Conoscere i Frutti del Bosco del Monte Amiata

I frutti di bosco, le bacche e i funghi del Monte Amiata

In questa uscita di Amici del Bosco, Erika ci parla della ricchezza del sottobosco del Monte Amiata dandoci anche qualche consiglio su come evitare spiacevoli incidenti.

Nella parte finale ci spiega inoltre qual è il modo corretto di raccogliere i funghi al fine di preservarne la specie e rispettare il bosco.

La scoperta dei frutti di bosco è un’esperienza da provare

Mentre esploriamo i sentieri del Monte Amiata, possiamo avere la fortuna di arricchire la nostra escursione con un’esperienza che coinvolge vista, tatto, olfatto e gusto: la scoperta dei frutti di bosco.

Lamponi, fragoline di bosco, ciliegie, nocciole, more, castagne… sono alcuni dei frutti che, a seconda della stagione, il bosco può regalarci lungo il nostro cammino e di cui potremmo essere ghiotti.

I lamponi e le fragoline di bosco tappezzano il sottobosco di rosso, le more ci fanno compagnia verso settembre e le castagne ci accompagnano nelle escursioni di ottobre. Da ricordare che queste ultime si possono raccogliere solo nelle strade pubbliche o nei castagneti selvatici, perché è vietata la raccolta durante il periodo di castagnatura nei castagneti privati. Per maggiori informazioni sulla Raccolta delle Castagne e sulla normativa vigente dai un’occhiata a questa uscita.

Ci sono poi frutti di bosco che faranno sgamare subito il nostro essere ghiotti: i mirtilli! Se ne mangiamo, potremo avere mani, labbra e lingua blu… e così faremo ridere e divertire i nostri bambini. Proprio loro, inoltre, possono sbizzarrirsi a cercare in terra frutti già morsicati o gusci rosicchiati e capire quali animali hanno banchettato da quelle parti. Che sia stato uno scoiattolo? Un ghiro? Un’arvicola? O chi altro?

Frutti endemici del Monte Amiata

Il bosco del Monte Amiata, inoltre, nasconde anche delle specie rare e interessanti da scoprire.

Un esempio è la pera picciòla, catalogata dal botanico Augusto de Bellis. Pera molto particolare e probabilmente endemica del territorio di Abbadia San Salvatore, di solito viene bollita insieme alle castagne ed anche per questo era considerata il cibo dei poveri agli inizi del Novecento, perché dava grande nutrimento.

Oggi è utilizzata moltissimo in cucina, anche perché la sua particolarità è che cruda non è commestibile visto che risulta molto legnosa, aspra e coriacea; cotta, invece, è molto versatile.

A cosa fare attenzione tra i boschi dell’Amiata

Nonostante ci siano molti frutti di bosco buoni e sicuri da mangiare, bisogna però fare molta attenzione, soprattutto se siamo con i più piccoli. Se conosciamo al 200% cosa abbiamo davanti, approfittiamo e mangiamo un po’ di queste bontà; in caso contrario è molto meglio lasciare frutti o bacche dove sono per evitare di mettere a rischio la nostra salute. Se non siamo attenti conoscitori del bosco, alcune bacche infatti potrebbero trarci in inganno. Un esempio tra tutti, la belladonna.

La Belladonna

Avete mai sentito parlare della pianta “Belladonna”? Non è difficile incontrarla nei boschi dell’Amiata ed è legata a molte leggende interessanti.

Nel Rinascimento ci si ricavava un collirio che veniva usato dalle dame per far allargare le pupille ed avere quindi occhi più belli e lucenti. La pianta, infatti, contiene atropina che agisce direttamente sul sistema nervoso parasimpatico.

Quindi, nella malaugurata ipotesi che noi o i nostri bambini decidessimo di assaggiare le sue bacche nere e brillanti, che potrebbero somigliare a dei mirtilli, ci ritroveremmo a correre in ospedale per avvelenamento.

I Funghi

Come ci comportiamo con i funghi? Prima di tutto dobbiamo essere certi di avere l’autorizzazione necessaria alla raccolta, se non siamo residenti nel comune dove stiamo camminando e in generale controllando le leggi che la regione/comune ci impongono.

Poi vale la regola dei frutti di bosco: raccogliamo solo se siamo sicuri al 200% che siano commestibili e per essere ancora più sicuri potremmo chiedere aiuto ad un esperto.

Porcini, “pampaviciole” (mazze di tamburo), cucchi, ferranti… il sottobosco, soprattutto in autunno, pullula di queste prelibatezze che, a seconda del tipo, possono essere mangiate cotte o anche crude in insalate.

Regole per la raccolta dei funghi

Oltre ad avere l’autorizzazione a cui facevamo riferimento prima, è necessario prestare cura alle modalità di raccolta.

Il modo migliore di raccogliere un fungo è afferrarlo dal basso usando entrambe le mani (o aiutandosi con un bastone che faccia da leva): con una mano esercitiamo una torsione e ruotiamo delicatamente la base del fungo, esercitando nello stesso momento una trazione verso l’alto; con l’altra mano teniamo la zolla di terra sottostante così da evitarne il sollevamento e prevenire la disfacimento del micelio, ovvero la parte nascosta del fungo. Non dobbiamo né rastrellare né scavare intorno al fungo, né danneggiare il terreno intorno.

Molto spesso capita di vedere funghi gettati in terra perché qualcuno ha deciso di raccoglierli prima di capire se fossero commestibili o meno e quando si è reso conto dello sbaglio li ha lasciati lì.

Abituiamoci a riconoscere i funghi e scegliere quali raccogliere o meno.

Se sono piccoli lasciamoli per farli crescere e non prendiamo nemmeno quelli troppo vecchi. Portiamo con noi un cesto di vimini o qualcosa di forato (evitiamo assolutamente sacchetti di plastica), così che mentre camminiamo con i funghi raccolti, questi possano lasciare le spore in giro e far sì che il ciclo della vita ricominci.

Per approfondire:

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Erika Morganti

Guida Ambientale Escursionista

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