Le Erbe del Monte Amiata

Un antico passato da risvegliare

Un antico vulcano, con una posizione geografica particolare. Montagna isolata. Tutte caratteristiche queste che hanno contribuito a fare del Monte Amiata un territorio particolarmente fertile per la crescita e coltivazione di piante officinali. Sebbene il recente processo di industrializzazione abbiamo offuscato la sua vocazione, le popolazioni amiatine trovano nel passato una grande tradizione di coltivatori e erboristi. A dimostrazione di questo una potente abbazia benedettina nel territorio e una biodiversità unica e non replicabile.

In questo racconto tratto da un documento di Antonio Pacini – Fontemagria – riporta alla coscienza questa memoria e ci offre una ricognizione delle piante dai risvolti fitoterapici presenti nell’Orto Botanico del Monte Amiata.

La grande tradizione erboristica amiatina

Nessuno associa più, per ora, l’Amiata all’erboristeria. Eppure c’è una storia da riscoprire e da riabilitare.
I paesi amiatini nel secolo scorso hanno conosciuto uno sviluppo diverso rispetto ad altri abitati situati in analoghe zone montane come l’appennino: a dominare sulla storia del novecento amiatino c’è stata la miniera di mercurio che ha portato ad un progressivo abbandono delle campagne, dell’agricoltura e della cura dei castagneti (soprattutto nel versante senese, più copioso di minatori).
Con l’abbandono della secolare vita rurale sono venute meno anche le conoscenze legate al territorio che prima, però, erano marcate.

Evidenze del passato legame con il territorio

Un esempio del forte legame con il territorio è la Società Macchia Faggeta, nata nel 1787 da una visione lungimirante e pionieristica della cultura del bosco nonché la presenza sul territorio dell’Abbazia del San Salvatore.
Altro aspetto dominante è la presenza dell’Abbazia del Santissimo Salvatore sul territorio. Questa infatti nasce come abbazia benedettina, divenuta poi cistercense oltre quattro secoli dopo la sua fondazione.
Sono ben note le abilità e conoscenza dei benedettini nell’ambito della scienza erboristica nel medioevo di cui ne furono i depositari ufficiali. Le leggende, i detti popolari e i racconti che ci sono arrivati da lì dimostrano che l’attività popolare in questo senso è stata intensa e che la cura e la coltivazione delle piante officinali ha radici profonde nella nostra storia.

Un territorio unico per specie uniche

Sul vulcano amiatino esistono specie dalle importanti proprietà medicinali.
A contribuire alla peculiarità di queste erbe sono vari elementi distintivi del nostro territorio come la conformazione geologica, la posizione geografica del Monte Amiata, il ricco rapporto uomo-natura che ha contraddistinto per secoli la gente del luogo.
Da tenere inoltre presente è il fatto che sul nostro territorio convivono specie dalle esigenze ecologiche talvolta molto diverse tra di loro a dimostrazione dell’alta biodiversità e della molteplicità di ambienti naturali che il comprensorio offre nonostante la sua modesta vastezza.

L’Amiata risulta quindi particolarmente vocata per la coltivazione di piante officinali che tendenzialmente prosperano senza difficoltà, sviluppando aromi e profumi di un’intensità difficilmente ravvisabile altrove.

Andiamo a fondo

A seguire focalizzerò l’attenzione sulle caratteristiche salienti delle specie di maggior interesse fitoterapico, accennando soprattutto a quali sono le loro particolarità legate al territorio.

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Antonio Pacini

Proprietario di Fontemagria

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