La Pieve di Santa Fiora e le sue Robbiane

Medioevo fuori e Rinascimento dentro

La pieve di Santa Fiora è una chiesa per molti versi davvero sorprendente.

Da fuori appare come un edificio medievale, un po’ severo. Entrando la luce che si affaccia dalle diverse aperture (il rosone, un oculo, una bifora e tre monofore), spande di riflessi azzurri un ambiente armoniosamente disegnato per i capolavori di Andrea della Robbia (1435-1525).

Si tratta di una chiesa e di una collezione famosa per gli amanti dell’arte e dell’Amiata, che nasconde tuttavia una storia piuttosto singolare.

La chiesa del paese: questioni di santi, contesse, papi e un incendio

Correva l’anno 1382 o 1383 e a Santa Fiora ci si interrogava su un problema, dove ricostruire la chiesa del paese?

Quella antica dedicata a San Leonardo da oltre due secoli si trovava in piazza, ma doveva essere demolita per far spazio al fossato della fortezza senese. Gli abitanti decisero di ricostruire la chiesa sui ruderi del palazzo del conte Giovanni Aldobrandeschi, all’epoca in rovina. Il governo di Siena sulle prime obiettò che così facendo la chiesa si sarebbe trovata troppo a ridosso delle mura.

Alla fine la chiesa si fece, per l’occasione fu ricollocato sul nuovo edificio il bel rosone in travertino della distrutta San Leonardo. Ancora oggi, guardando la facciata della pieve si distinguono in basso i resti dell’antico palazzo che fece da basamento per il muro, in pietre spianate, della nuova chiesa.

Da San Leonardo alle Sante Flora e Lucilla

Il Quattrocento fu un periodo molto importante per Santa Fiora e la sua chiesa. Attorno alla metà del secolo l’antica pieve, che si trovava fuori del paese, scomparve consumata da un incendio. Di nuovo ci si interrogò sul da farsi ma stavolta la decisione fu presa dai governanti, la contessa Cecilia Aldobrandeschi e il marito Bosio Sforza.

Si stabilì di trasferire la pieve all’interno del paese ‘cambiando il nome’ alla chiesa del 1382-83. La dedicazione a San Leonardo fu sostituita da quella alle sante Flora e Lucilla.

Durante l’incendio della pieve vecchia le reliquie delle Sante andarono perdute, i conti ne ottennero altre in sostituzione (da Arezzo), facendole riporre in un prezioso reliquiario gotico dove, a mo’ di firma, inserirono lo stemma aldobrandesco, di Bosio Sforza e della comunità di Santa Fiora. Il reliquiario si può ammirare ancora oggi all’interno della chiesa.

La collezione di Andrea della Robbia in omaggio a Papa Pio II

Passò poco tempo che fu nuovamente necessario intervenire sulla pieve, questa volta per questioni diplomatiche e artistiche.

Papa Pio II Piccolomini, che stava preparando una nuova crociata, si recò in visita a Santa Fiora per conferire con Guido Sforza, figlio di Cecilia e Bosio, e sollecitare gli aiuti militari che gli Sforza di Milano avevano promesso per l’impresa.

La crociata non si fece a causa della morte del Papa nel 1464, per omaggiarlo Guido Sforza commissionò la collezione di opere di Andrea della Robbia per cui la pieve di Santa Fiora è famosa nel mondo.

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Michele Nucciotti

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