Fondazione e Crescita dell’Abbazia del San Salvatore all’Amiata

L’Abbazia del Santissimo Salvatore al Monte Amiata importante tappa di pellegrinaggio lungo la Via Francigena

Don Carlo Prezzolini, sacerdote di origine amiatina molto noto ed apprezzato dalla comunità, laureato in architettura ha portato e porta avanti numerosi progetti e scritti di respiro sociale, artistico, storico-culturale e spirituale.

In questo scritto ci racconta i fondamenti che hanno portato alla fondazione ed allo sviluppo dell’Abbazia del San Salvatore come centro di cultura, pellegrinaggio e spiritualità.

La Fondazione e crescita dell’Abbazia

L’Abbazia benedettina del Santissimo Salvatore viene fondata, sulle falde orientali del monte Amiata, intorno alla metà del 700 dai nobili fratelli longobardi del Friuli Erfo, Anto e Marco. I motivi della fondazione, oltre all’evangelizzazione di questo territorio, marginale, posto fra le antiche città di Chiusi, Sovana e Roselle, sono lo sfruttamento dei grandi boschi, di proprietà regia, e l’organizzazione di una nuova strada che mette in comunicazione i ducati longobardi del nord e del centro sud fra di loro e con Roma.

San Salvatore diventa uno dei monasteri più ricchi e importanti, dal punto di vista spirituale e culturale, dell’Italia centrale, tappa di pellegrinaggio lungo una variante della Francigena: ricordiamo che questa nuova strada viene documentata per la prima volta, nella seconda metà del IX secolo, in un codice dell’abbazia.

Testimonianze e culto

Le testimonianze più importanti di questa realtà spirituale e culturale sono: il culto della Trinità unito a quello dei Santi, venerati attraverso tante reliquie.

San Salvatore è stata fra le fine del 900 e il gli inizi del 1100 uno dei centri di elaborazione e diffusione del culto del Mistero del Dio cristiano, Trino ed Unico, comunione d’amore, fonte dell’amore e della comunione come ci rivela Gesù nell’incarnazione.

La leggenda di fondazione ci parla di un miracolo di Luce: una Luce che appare ai guardiani di porci dell’Amiata, e poi agli inviati del re Ratchis, nelle notti in forma unitaria e poi si divide in tre.

La pianta della Chiesa

La pianta della nuova chiesa abbaziale, voluta dall’abate Winizo e consacrata nel 1035 dal patriarca di Aquileia Poppo, è composta da tre parti: la chiesa inferiore, aperta al popolo, la chiesa superiore o coro monastico sotto la quale si sviluppa una cripta di eccezionali dimensioni e valore artistico.

La cripta e il coro monastico terminano con tre grandi absidi che si aprono verso la valle del Paglia; ognuna di queste ha a fianco due absidiole a formare un trifoglio, un triconco, simbolo della Trinità. Il numero tre è il simbolo che crea l’architettura abbaziale. Inoltre nel “Missale amiatinum”, il più antico libro liturgico che ci sia giunto integro, composto agli inizi dell’XI secolo nello “scriptorium” abbaziale, troviamo una festa alla Trinità.

Anche il culto dei Santi e delle loro reliquie, tipico dei luoghi di pellegrinaggio, è da sempre tanto amato in San Salvatore.

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Don Carlo Prezzolini

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