Dal Sasso di Dante alla Grotta dell’Arciere, cuore antico del Monte Amiata

Il cuore antico del Monte Amiata

Un scogliera nei pressi di Catarcione che racchiude in sè simboli ed elementi antichi che ci riportano indietro nel tempo, fino alla preistoria del Monte Amiata.

Il Sasso di Dante: un percorso tra arte, storia  e natura.

A pochi chilometri dal paese di Abbadia S.Salvatore, nella strada verso il Monte Amiata, si erge seminascosta tra castagni e faggi un’imponente roccia trachitica che riproduce in maniera inequivocabile il profilo di Dante Alighieri. Da qui il nome “Sasso di Dante”.

La roccia, parte di una scogliera monumentale di origine vulcanica, costituisce il segno tangibile di un percorso di rilevanza notevole in cui arte e natura si incontrano; una presenza imponente che quasi suscita timore reverenziale, punto di riferimento e di orgoglio insieme.

La Grotta dell’Arciere

La scogliera che accoglie il “Sasso di Dante” detiene ricchezze non solo naturali ma anche storiche ed archeologiche. Essa infatti, è caratterizzata da innumerevoli rocce trachitiche che formano alcuni grandi bastioni alla cui base sono presenti cavità naturali e ampie fratture.

Ed è proprio da una di queste fenditure, situata al di sotto di una roccia alta circa 4, 5 metri, vicino al Sasso di Dante, che si può accedere alla “Grotta dell’Arciere”.

Si tratta di una cava all’interno della quale è stato rinvenuto nel 1970 un dipinto raffigurante un Arciere: una figura in nero eseguita con un misto di carbone e grasso animale.  La  posizione statica dell’Arciere e il copricapo che ricorda un “elmo” suggeriscono, secondo gli archeologici, la rappresentazione di una divinità  della caccia. Si tratterebbe del rito propiziatorio di un cacciatore oppure della rappresentazione di un dio preistorico.

La Montagna Sacra come compresenza di elementi femminili e maschili

Il Monte Amiata ha sempre rappresentato un simbolo sacrale fin dalle civiltà arcaiche che vede la compresenza di elementi femminili e maschili: la Dea Madre, nelle sue sembianze materne, rappresenta la natura femminile, il segno di generosità verso la comunità che nutre con i prodotti del bosco e alla quale infonde energia;  il dio etrusco Tinia, la divinità latina Giove, che emanano fulmini dalle loro mani, diventano espressione di dominio e di potere maschile.

L’equilibrio tra la componente femminile e maschile sta alla base della sicurezza della montagna.

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Cinzia Mammolotti

AmiataEco

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