Passeggiando tra cascate, rocce vulcaniche e resti del passato
Il racconto di Luca, guida ambientale escursionistica, ci porta ad esplorare il bosco e la natura intorno a Vivo D’Orcia. Un viaggio che attraversa prima la faggetta e poi il castagneto fino ad arrivare alle Sorgenti dell’Ermicciolo dove l’acqua sgorga fresca dalla roccia.
La passeggiata al mattino
Mi sveglio e solo dopo il “saluto al sole” faccio una buona colazione, seguita da un immancabile caffè.
Calzo le mie scarpe da trekking e, attraversando il giardino, entro nel bosco.
Sento un calpestio di foglie dietro di me, mi volto e vedo baldanzoso Ipa, il mio gatto. Quando vado a camminare nel bosco è sempre molto felice. Mi raggiunge velocemente, si avvicina per una carezza, poi torna concentrato sul sentiero e sulle magiche cose che ci circondano.
Il laghetto e la cascata dello Scodellino
Dopo poco arriviamo al laghetto dello Scodellino: frontalmente un grande masso vulcanico ricoperto di muschi e varie specie di felci, si immerge nello specchio d’acqua. Tutt’intorno i faggi estendono le loro smeraldine chiome sopra la superfice del lago. Da questo momento in poi la mia strada e quella di Ipa, si dividono: io continuo sul sentiero, lui sul corrimano della staccionata.
Il rumore dell’acqua che scorre diventa sempre più forte: ci troviamo davanti alla cascata e quando attraversiamo il ponticello di legno Ipa, un pochino intimorito, preferisce mandare avanti me.
Il sentiero comincia a salire, l’aria si riscalda leggermente e i faggi cedono il posto ai castagni.
Gli opifici
Attraversiamo nuovamente il torrente Vivo e incontriamo i resti di un opificio – una “piccola fabbrica” alimentata dall’energia motrice dell’acqua.
Per un breve tratto il paesaggio attorno a noi cambia totalmente: siamo in un bosco di abeti bianchi, pini neri e qualche pianta di douglasia. Proseguendo, ci immergiamo nuovamente nel castagneto e costeggiando il torrente, il mio sguardo si posa sui fitti muschi che ricoprono le rocce vulcaniche, le piante di equiseto in crescita e le grosse foglie di Farfaraccio che da bambino erano il mio ombrello in caso di forti e improvvisi acquazzoni.
La chiesa dell’Ermicciolo, le sorgenti del Vivo
Rigogliose felci ci accompagnano lungo il cammino, fino ad arrivare all’antica Chiesetta Camaldolese dell’Ermicciolo scolpita nel peperino. A pochi metri ci sono le sorgenti del Vivo, incastonate dentro la struttura dell’acquedotto.
Dall’esterno si percepisce subito l’imponenza dell’opera, che si integra armoniosamente con l’ambiente circostante. Dopo aver indossato la felpa – la temperatura non è mai superiore ai 10 gradi – entro dentro la galleria lunga circa 80 metri, composta da archi a tutto sesto. La parete sinistra degli ultimi tre archi mostra la roccia viva dalla quale sgorga inarrestabile la purissima acqua della sorgente: uno spettacolo affascinante che rappresenta la vita stessa.
Esco e mi riaffaccio nel bosco, lì c’è sempre Ipa ad attendermi, sotto ai grandi castagni che filtrano i raggi di sole. Il dolce suono bianco dell’acqua sorgiva cede il posto all’allegro canto degli uccelli in amore.
Soddisfatti della nostra piacevole camminata, torniamo verso casa, con un occhio sempre attento a qualche bel fiore da ammirare, qualche fungo ai lati del sentiero, un’impronta di animale da interpretare.
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Luca Fazio
Guida Escursionistica Ambientale
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