I SENTIERI DEL CASTAGNETO: lascia che i tuoi passi ti raccontino una storia.

In questo racconto Mario Malinverno ci guida, attraverso emozioni e ricordi, in un percorso tra i castagneti del Monte Amiata in Autunno.

Amiata quattro stagioni

Il Monte Amiata offre agli escursionisti spunti di interesse, scorci e panorami indimenticabili che cambiano col mutare ciclico delle stagioni.

Le cime innevate, i giganti di pietra lavica non più nascosti dalla vegetazione dei boschi e i panorami sconfinati con cieli cristallini sono tipici del freddo Inverno.

L’esplosione dei colori nei prati e il risveglio della Natura con il ritorno degli uccelli migratori ci deliziano con il sopraggiungere della Primavera.

Il fresco riparo delle faggete e il corroborante ristoro delle acque cristalline di mille sorgenti sono la nostra salvezza nella calura estiva.

La stagione “Madre”

Ma la stagione che io amo di più, quella che per me, e per molti altri, è la stagione “Regina” della nostra Montagna è sicuramente l’Autunno. Anzi, più che Regina dovrei definirla “Stagione Madre”, perché come ogni amorevole madre nutre e accudisce i propri figli con i suoi frutti migliori.

Uva, olive, funghi, ma soprattutto castagne, sono i preziosi tesori che questa mamma premurosa offre a noi figli perché li trasformiamo nei cibi prelibati che ci accompagneranno durante tutto l’anno.

Camminando tra storie, racconti e tradizione del Monte Amiata

Gli uomini e le donne dell’Amiata hanno centinaia di storie da raccontare legate a questi frutti: storie di fatica e dedizione; storie di speranze e di gioie; storie di illusioni e fallimenti.

Storie di raccolti così ricchi “che ‘un si sapeva manco andove mette la robba”.

Storie di annate così siccitose “che le castagne erano talmente poche che era più facile trova’ i porcini e i cucchi”

Ogni volta che mi incammino all’interno di un castagneto di questo Vulcano incantato è come se sentissi di nuovo quelle storie. Mi basta ascoltare attentamente il crepitio dei miei passi sulle foglie secche o sul terriccio lavico fine come la sabbia, per sentire come il mio incedere proceda al ritmo delle parole di quei racconti, che aleggiano e vivranno in questi boschi fin tanto che ci saranno ancora castagne da raccogliere.

Un’escursione Autunnale

Amo raccontare storie durante le mie escursioni; all’ombra dei castagni mi è anche più facile perché i racconti si arricchiscono di ricordi vissuti, oltre che dei caldi colori autunnali.

Rivedo le donne e gli uomini, curvi “faccia al pendio” con lo zinale pieno di castagne da svuotare nel ballino; e rivedo i seccatoi fumanti che da metà ottobre, diventavano dei templi i cui sacerdoti erano i proprietari; questi, come in un rito sacro che continuava giorno e notte per oltre un mese, curavano senza sosta e con maestria l’essiccatura delle castagne.

E poi ritorno con la mente alle capanne costruite con la “banda degli amici” al riparo di giganteschi tronchi cavi. Ripenso alle corse a perdifiato inseguiti dalle bestemmie dei proprietari, quando da bambini raccoglievamo, da clandestini, un sacchetto di marroni: “proibiti” come la famosa mela dell’Eden.

Passando accanto ai vecchi seccatoi, ormai in disuso, sento ancora la voce del mio babbo che mi racconta di quando uno di questi piccoli fabbricati diventò, per alcune settimane, il luogo sicuro che accolse la sua famiglia, al riparo e lontano dalle bombe della guerra che avevano distrutto metà del paese.

Tutto questo – unito alla pace, agli odori e ai suoni della Natura che regnano sovrani nei nostri castagneti – è il racconto che io spesso vivo passeggiando in questi boschi. Ed è quello che amo condividere con chi, come me, ama lasciare le sue orme lungo i sentieri autunnali del Monte Amiata.