L’Erba che Salvò un Intero Esercito

Carlina utzka

L’erba che salvò un esercito

Una tra le principale erbe medicamentose del Monte Amiata è senz’altro la Carlina utzka, nota tra i locali come erba carolina.

Nell’anno ‘800 Carlo Magno si stava recando a Roma per farsi incoronare Imperatore quando -secondo la Leggenda- il suo esercito fu colpito dalla peste presso il villaggio di Calle Mala.

Il Re dei Franchi risiedeva nell’occasione presso il Monastero del Santissimo Salvatore al Monte Amiata ospite dei monaci benedettini, allora depositari della grande sapienza erboristica. A seguito dell’accaduto i monaci andarono subito in montagna a raccogliere determinate piante, tra le quali una in particolare simile al cardo, per farne dei decotti. Questi decotti furono somministrati ai soldati che in poco tempo guarirono.

Come tutte le leggende anche in questa esiste un fondo di verità.

Sappiamo che Carlo Magno soggiornò veramente presso il Monastero del San Salvatore e che, a seguito della sua visita, firmò un diploma con il quale furono donati ai monaci del San Salvatore vastissimi possedimenti e importanti privilegi. Tale atto fu forse di natura strategica, più che scaturito dalla gratitudine, ma ciò che conta è la risonanza emanata dalla vicenda. Infatti, molti secoli dopo, un altro Carlo -ovvero Carlo Linneo, il più importante classificatore del Regno vegetale- conosceva ancora la leggenda e nel 1735 diede il nome di “Carlina” ad un intero genere di piante; genere che ancora oggi porta questo nome e che ha effettivamente delle importanti proprietà.

Il nome Carlina racchiude specie dalle proprietà effettivamente antiedematose e colagoghe.

L’Erba Carolina è stata identificata con la pianta che porta attualmente il nome di Carlina utzka. La carlina, chiamata anche “scarlina” in dialetto locale, rappresenta una delle piante simbolo della nostra montagna unendo storia, leggenda, proprietà medicamentose e utilizzi antichi, a testimonianza dello stretto rapporto uomo-natura che ha contraddistinto, nei secoli, la gente del vulcano amiatino.

Testo a cura di Antonio Pacini - Orto Botanico Fontemagria

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