Come Comportarsi in Caso di Temporale sul Monte Amiata

I temporali

Come comportarsi nel caso fossimo sorpresi da un temporale durante un’escursione sul Monte Amiata

In questa uscita di Amici del Bosco – Amiata con Consapevolezza, Erika Morganti – Guida Escursionistica Ambientale ci da informazioni su come ‘ascoltare’ il temporale sul Monte Amiata, come gestire la situazione nel caso un forte acquazzone ci sorprenda nel bosco e soprattutto come prevenire incidenti e pericoli legati al meteo.

Prevenzione prima di tutto

La prima cosa da tenere a mente è la prevenzione. Cerchiamo di evitare di fare uscite quando i segnali del probabile arrivo di tempeste si fanno evidenti.

Per prima cosa consultiamo i bollettini meteo (possibilmente quelli locali) usando anche le applicazioni meteo attualmente fruibili e scaricabili nei nostri telefonini.

Se vediamo che il meteo è sfavorevole, evitare di addentrarsi nel bosco. Non dovremo per forza rinunciare ad uscire; a volte basterà semplicemente aspettare il passaggio della cella temporalesca per poi incamminarsi più tardi: spesso i colori, i profumi e il risveglio della natura proprio dopo il passaggio di una tempesta ci lasceranno senza fiato.

Scegliere il giusto equipaggiamento

Uno dei detti più conosciuti in montagna è: non esiste buono o cattivo tempo, ma buono o cattivo equipaggiamento.

Per ogni sentiero ci vuole il giusto equipaggiamento e bisogna essere pronti anche per la pioggia: non dimentichiamo un kway (possibilmente catarifrangente o comunque visibile) ed una sacca anti pioggia per lo zaino.

A voltre, malgrado l’attenzione nella valutazione preventiva del meteo, possiamo essere sorpresi da un temporale. Infatti la natura è imprevedibile e la montagna lo è ancora di più.

Come muoverci se ci troviamo nel bel mezzo di un temporale, con tuoni e fulmini

Come anticipato, prima di uscire in escursione è fondamentale guardare le previsioni meteo, ma può comunque capitare che un temporale arrivi prima del previsto e ci trovi nel bel mezzo di un sentiero in montagna.

La natura ci può dare qualche indizio del suo arrivo, come ad esempio:

  • L’umidità;
  • La grande afa e l’aria poco limpida;
  • Cumulonembi: nuvole che hanno un aspetto simile a cavolfiori o a zucchero filato. Nascono dalle nubi cumuliformi con un forte sviluppo verticale e sulla cui sommità vi sono cristalli di ghiaccio. La crescita di cumuli “torreggianti” o cumulonembi in verticale fa capire che l’aria è fortemente instabile;
  • Le zanzare, le mosche o gli insetti che diventano più fastidiosi;
  • Gli uccelli che sono più frenetici e volano più bassi;
  • L’odore del bosco cambia: se chiudiamo gli occhi e respiriamo a fondo, il profumo delle piante e dei fiori diventa più intenso fino a quando comincia a piovere; questo perché molti fiori si aprono per accogliere le gocce d’acqua;
  • il vento dell’acqua: sul Monte Amiata viene colloquialmente chiamato così quel vento che si alza e soffia da ogni direzione, smuove le fronde, ci avvolge e ci dà l’idea di essere in una centrifuga. Molto spesso questo vento è il preludio di un temporale.

Le manifestazioni principali di un temporale sono poi ovviamente fulmini e tuoni, insieme ad altre come: sensazione di solletico sulla pelle, capelli che si drizzano, ronzio degli oggetti metallici.
E’ proprio in questi casi che possiamo essere in pericolo.

Capire se il temporale si avvicina o si allontana

Ma come possiamo capire se il temporale si sta avvicinando, ci sta solo girando intorno o si sta allontanando?

Basta un semplice calcolo: contiamo i secondi che passano tra un fulmine e il fragore del tuono, dividiamo per 3 e scopriremo in modo approssimativo la distanza in km tra noi e il temporale. Ad esempio se tra il lampo e il tuono passano all’incirca 21 secondi, dividendo per tre, il fulmine è caduto a 7 km di distanza.

Ripetiamo il calcolo dopo un’altra scarica e calcoliamo la differenza tra la prima manifestazione e la seconda; riusciremo approssimativamente a capire se il temporale sta venendo verso di noi o si sta invece allontanando.

Quando l’intervallo di tempo tra fulmini e tuoni è di circa 10 secondi il temporale è vicino e intorno ai 5 secondi è pericolosamente vicino; a quel punto è necessario decidere tempestivamente cosa fare.

Cosa fare se ci troviamo in mezzo ad un temporale con lampi e fulmini

Per prima cosa, come in altre situazioni di emergenza, non dobbiamo farci prendere dal panico e poi ricordarci di alcune regole da seguire.

  • Evitiamo le zone aperte con alberi sparsi, soprattutto vette, creste o aree con alberi isolati e cerchiamo piuttosto un bosco fitto stando comunque a distanza dagli alberi. Il Monte Amiata è ricoperto di faggi fino addirittura alla vetta, a 1734 metri; per questo motivo l’ambiente sarà diverso da altre zone come ad esempio le Alpi, che presentano vallate fantastiche, ma aperte e con poco riparo. La conformazione della nostra montagna può quindi esserci già di aiuto con i temporali ma potrebbe non bastare. Se non è possibile trovare un riparo, evitiamo comunque di stare in zone aperte con alberi sparsi e ricordiamoci che il raggio di pericolosità intorno alla zona colpita può essere di 40-50 metri. Gli spazi aperti possono andare bene purché non ci siano alberi sparsi o tronchi rimasti appuntiti o massi.
  • Se siamo in gruppo evitiamo di stare tutti insieme rannicchiati e ma posizioniamoci ognuno separato dagli altri e a qualche metro di distanza.
  • Se il temporale non è ancora sopra di noi e ci lascia un po’ di tempo, possiamo
    • spostarci verso zone più sicure o pianeggianti
    • correre verso le nostre auto
    • cercare un rifugio come una baracca, un vecchio capanno o simili. In questo caso posizionarsi in mezzo all’edificio: se un fulmine lo colpisse, l’energia verrebbe scaricata lungo le pareti e se noi fossimo lì verremmo di conseguenza colpiti.
  • Evitiamo di trovare riparo tra i grandi massi di trachite che tipicamente si trovano lungo i sentieri del Monte Amiata in quanto il fulmine può entrare nelle fessure delle rocce e noi possiamo addirittura venire colpiti da frammenti di roccia che si sono staccati dopo la sua caduta. Queste situazioni sono molto più frequenti in zone alpine, ma le regole sono comunque generali.
  • Se riusciamo davvero a trovare una grotta, accertiamoci che sia asciutta, dato che l’acqua è un buon conduttore di elettricità
  • Evitiamo quindi pozzanghere, ruscelli, fiumi o laghi.
  • Sia che riusciamo a trovare un posto più riparato, sia che siamo costretti a rimanere all’aperto,evitiamo assolutamente di sederci o sdraiarci ma adottiamo una posizione che può salvarci la vita: accovacciamoci a piedi uniti (la suola delle scarpe è isolante) con le ginocchia raccolte verso il petto e abbassiamo anche la testa. E’ fondamentale la posizione dei piedi perché se li tenessimo allargati, nell’ipotesi in cui un fulmine colpisse la zona dove ci troviamo noi, la scarica elettrica entrerebbe nel nostro corpo tramite un piede e uscirebbe dall’altro e noi saremmo quindi spacciati. L’area di contatto con il terreno deve quindi essere la minore possibile. Meglio ancora se nel nostro zaino abbiano uno stoino da mettere sotto i piedi che ci rende ancora più isolati dal terreno.
  • Lasciare lo zaino lontano, specie se contiene oggetti metallici lasciamolo lontano, insieme anche ad eventuali bastoncini da trekking.
  • Evitiamo e anzi spegniamo tutti gli apparecchi elettronici, come ad esempio i cellulari.
  • Quando un fulmine cade vicino a noi aspettare prima di muoversi perché l’energia rimane per un pò nel terreno.

Quelle descritte sono le principali precauzioni che dobbiamo avere nel caso ci trovassimo all’improvviso all’interno di un temporale.

Tuttavia ricordiamo le tre regole fondamentali: prevenzione, prevenzione e prevenzione.

Kalipè!

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Erika Morganti

Guida Ambientale Escursionista

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