Racconto di una guida ambientale
In questo racconto Roberto Guerrini – guida escursionistica ambientale – ci conduce lungo uno dei suoi percorsi preferiti in questa stagione: il tratto Macinaie – Santa Fiora.
La scelta del sentiero
Nel 2021 è stata risistemata una buona parte della sentieristica dell’Amiata: ci sono tanti percorsi molto ben segnalati e facilmente percorribili.
C’è un’escursione in particolare che mi piace fare quando arriva la primavera; il massimo della goduria è a metà maggio perché è il momento in cui spuntano le nuove foglie sugli alberi.
E’ un tragitto tutto in discesa che dura circa 4 ore, parte dal prato delle Macinaie e arriva a Santa Fiora.
La partenza
Si parte dalle Macinaie, dicevo, subito dopo aver fatto un buon caffè, si costeggia il Parco Avventura e poi il percorso attrezzato per i non vedenti, dove parte il sentiero 647 che ci conduce, dopo circa 1km, all’Anello dell’Amiata – sentiero n.601.
Non appena raggiunto l’Anello, si gira a sinistra e in pochi passi raggiungiamo la Madonna del Camicione, un’area attrezzata con tavoli e barbecue..ma è troppo presto per una pausa, ho ancora il sapore del caffè in bocca.
Nel cuore del Bosco
Ci dirigiamo verso l’Aia dei Venti lasciandoci sempre di più alle spalle la strada, il che ci permette di iniziare a godere del respiro dei faggi e delle bellissime rocce vulcaniche che li contornano. Dopo un pò di sali e scendi e di fossi semi-asciutti si passa per la Pozza di Catana, una sorgente temporanea alla quale non so resistere anche se la mia borraccia è quasi piena: l’acqua è “diaccia marmata” (dialetto locale per molto fredda).
Quando il 601 arriva all’Aia dei Venti c’è da attraversare la strada e poi si imbocca uno stradone forestale, fin quando non si trovano le indicazioni per il sentiero n. 619 che collega l’Anello a Santa Fiora. E’ proprio qua che giriamo.
Dalla faggeta al Castagneto
Mentre scendiamo per la strada siamo ancora nella faggeta, ma ben presto perdendo quota arriviamo nella zona dei castagneti: qui lo scenario è molto diverso, anche l’odore del bosco è diverso, difficile da descrivere, è un’esperienza che va provata.
Continuando a scendere i castagni selvatici lasciano spazio a piccoli appezzamenti di castagni da frutto, o marroni. Del resto, il toponimo più vicino a noi è Marroneto, frazione di Santa Fiora.
Quando mi trovo sotto a Le Mura del Terraio guardo l’orologio e decido che non faccio in tempo a fare questa deviazione (anche se il panorama sopra a “le mura” è uno spettacolo impressionante), quindi continuo per il 619 e sbuco a Santa Fiora accanto alla piccola chiesa di San Rocco, attraverso il parco comunale e scendo in paese.
L’arrivo a Santa Fiora
Il borgo di Santa Fiora è una meraviglia, una piccola perla dell’ Amiata dove vale sempre la pena fermarsi a godere dei vicoli medievali, degli scorci e delle vedute suggestive.
E poi è ora di pranzo. Camminare mette fame.
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Roberto Guerrini
Guida escursionistica locale
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